domenica 18 maggio 2014

L’appello Il New York Times: salvate Venezia


Carlo Antonio Biscotto

"il Fatto", 13 maggio 2014

Che la salvezza di Venezia con il suo inestimabile patrimonio di storia, arte e cultura stesse a cuore della comunità internazionale era da tempo più che un sospetto. Ieri se ne è avuta l’ennesima conferma. L’edizione online del New York Times ha ospitato a centro pagina un pezzo a firma Jim Yardley che ricostruisce la storia del tentativo di distruggere uno degli angoli più preziosi e intatti della laguna veneziana: l’isoletta di Poveglia. 
Poveglia è da molti considerata l’altra faccia di Venezia. Quanto Venezia è affollata di turisti, chiassosa, piena di negozi di souvenir, altrettanto Poveglia è silenziosa, appartata, senza gondole né negozi. A pochi minuti da piazza San Marco, ha tutta l’aria di un luogo dimenticato: un campanile di mattoni che troneggia su alcuni edifici abbandonati. L’isoletta, di cui pochi fino a qualche tempo fa ricordavano il nome, è salita prepotentemente alla ribalta quando è stata inserita dal governo tra le proprietà demaniali da mettere in vendita per risanare i conti pubblici e ridurre l’enorme debito pubblico. Poveglia è così venuta a trovarsi al centro di un doppio problema: da un lato la necessità nazionale di fare cassa, dall’altro l’insofferenza dei veneziani nei confronti di un turismo asfissiante e inarrestabile che ha reso invivibile il centro storico della celebre città trasformando l’asta per l’isoletta in una questione di Stato. Nel timore che anche Poveglia finisca nelle mani dell’internazionale del “mattone 5 stelle lusso”, un gruppo di veneziani si sta battendo per una diversa destinazione dell’isoletta. I veneziani chiedono che Poveglia divenga il rifugio dal caos della città, il luogo in cui i veneziani potrebbero andare a cercare un po’ di pace passeggiando tra i giardini, imparando a veleggiare o facendo un pic-nic. 
IL MOTTO della neonata associazione è “Poveglia per tutti”. La dirige l’architetto Lorenzo Pesola che spiega quali sono gli obiettivi dei veneziani raccolti intorno a lui: “Che Venezia abbiamo in mente per il 21° secolo? Dobbiamo trovare un equilibrio tra coloro che vogliono vedere Venezia per la prima volta e quanti non vogliono vederla per l’ultima volta”. L’asta ha luogo sotto gli auspici del ministro per l’Economia, cerimoniere di una operazione di dismissione di beni pubblici che non ha precedenti nella storia del ”Bel Paese”. Nel caso di Po-veglia il governo sta vendendo l’usufrutto per 99 anni mantenendo la nuda proprietà dell’isola. Mercoledì scorso è stato comunicato il risultato della prima fase dell’asta. Le due maggiori offerte sono state quelle di una multinazionale rimasta anonima e quella dell’associazione “Amici di Poveglia” che ha raccolto donazioni private di cittadini veneziani. L’offerta della multinazionale è stata di 513.000 euro, quella dei veneziani di appena 160.000 euro. Una gara impari. 
Venezia è diventata una specie di museo a cielo aperto, una città fantasma con una popolazione residente scesa al di sotto delle 50.000 unità e orde di turisti (oltre 20 milioni l’anno) e navi da crociera che hanno sfregiato il volto della città lagunare. E la speculazione non si ferma. Uno dei progetti in cantiere prevede la costruzione di un parco divertimenti in stile Coney Island. Alberto Zamperla, promotore del progetto, afferma che la realizzazione creerà moti posti di lavoro. I critici la ritengono un’altra tappa verso la definitiva “Disneyficazione” di Venezia. Ma per qualche strana ragione Poveglia ha suscitato maggiore emozione, forse perché l’isoletta si trova ad appena tre chilometri da Piazza San Marco, è considerata l’ultima zona “vergine” della Laguna e per le numerose leggende che l’hanno sempre accompagnata nell’immaginario dei veneziani che da secoli la ritengono abitata dai fantasmi. “Ci venivo da giovane”, racconta Patrizia Veclani che partecipa alla campagna “Amici di Poveglia”. “Facevamo il bagno e organizzavamo grigliate all’aria aperta. Da ragazze ci venivamo con il ragazzo perché era un luogo appartato e romantico”. 
Quando il governo ha annunciato la vendita dell’isola, i veneziani hanno iniziato a raccogliere donazioni. Basta donare 99 euro per aspirare a diventare comproprietario di Poveglia. Antonio Cirillo, un maestro elementare, ha offerto 100 euro. ”L’ho fatto col cuore”, ha detto. Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia nato a Venezia, è rimasto colpito dall’impegno dei suoi concittadini e ha confessato che fa il tifo per loro.

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