domenica 31 marzo 2013

A scuola meno pareti e più web. In arrivo i banchi digitali open source e low cost


A scuola meno pareti e più web 
II modello didattico diffuso nel Nord-Europa va oltre il tradizionale concetto di classe. 
Ma servono edifici open space con reti cablate 

Fabio Di Giammarco 

"Il Sole 24 Ore - Nòva", 31 marzo 2013

La futura scuola digitale - tra ritardi, difficoltà e ristrettezze - prova a battere un colpo. Dopo la partenza sperimentale dei primi due progetti Miur sulla diffusione delle Lim (Lavagne interattive digitali) e per gli ambienti innovativi (Cl@ssi 2.0), ora sembra arrivato il momento del terzo indirizzo: quello dell'editoria digitale per fornire nuovi contenuti didattici da condividere tra ambiente classe e ambienti online. 
Nell'intenzione di spingere l'introduzione del libro digitale nella scuola, il ministro Profumo ha firmato un decreto per l'adozione nelle scuole elementari (prima e quarta), medie (prima) e superiori (prima e terza) di libri di testo in formato misto (digitale e cartaceo) o completamente digitale. Iniziativa che dall'anno scolastico 2014/2015 dovrebbe produrre un taglio netto sui tetti di spesa per le dotazioni librarie degli studenti. Le famiglie interessate potranno risparmiare il 20% se gli istituti scolastici propenderanno per la forma mista e fino al 30% se il formato prescelto sarà solo digitale. Inoltre, il Ministero metterà a disposizione una piattaforma con la quale gli insegnanti potranno «consultare e scaricare online le demo illustrative dei libri di testo in versione mista e digitale ai fini della loro successiva adozione». 
Spinta importante, ma che riporta in primo piano la questione dei ritardi e carenze infrastnitturali: mancato cablaggio in fibra degli edifici scolastici, e scarsa alternativa wifi per la poca copertura degli ambienti scolastici con conseguente oggettiva difficoltà - in assenza di adeguate connessione a internet - nella fruizione di libri digitali. Non solo. Rimane anche al palo l'indispensabile formazione tecnologica dei docenti. E su tutto grava la coperta sempre più corta delle risorse: difficile trovare finanziamenti per la scuola di domani, e per ora nello striminzito bilancio ci sarebbero solo alcune decine di milioni di euro mentre per il solo cablaggio pare ne servirebbero almeno tre, ma di miliardi. 
C'è poi, tra le reazioni al decreto, il disagio degli editori. L'Aie precisa che il Ministro «non ha affatto convinto gli editori della bontà» del provvedimento. L'Associazione italiana editori si è detta non solo preoccupata per la filiera (editori, grafici, cartai, librai, agenti) di un settore come quello dell'editoria scolastica che registra un giro di affari di 650 milioni di euro, ma anche per le note insufficienze tecnologiche (banda larga) della scuola e per i costì in più che le famiglie dovranno sobbarcarsi per dotare i propri ragazzi delle indispensabili attrezzature tecnologiche (portatili, tablet, e-reader eccetera).
Tuttavia, il tassello del libro digitale resta fondamentale e va inserito nella prospettiva più ampia di una rivoluzione in corso della didattica che promette di ridisegnare la "forma della scuola". Parole chiave: didattica digitale e delle competenze. Gli esperti della formazione vi insistono da tempo, e nelle strategie sia Ue che nazionali è al centro dei programmi educativi. Il suo impatto è cosi forte che va oltre i modelli di insegnamento: spinge a trasformare le strutture scolastiche ridisegnandone gli spazi. 
È una didattica dinamica che mette fine alla tradizionale centralità della classe come unità di studio in uno spazio circoscritto. Niente schemi rigidi e chiusi. Il lavoro può articolarsi in gruppi e/o individualmente per poi riconnettersi attraverso le infrastrutture cloud. Lo "spazio scuola" diventa funzionale all'elaborazione, alla manipolazione, alla condivisione, ma anche al rispetto dei tempi e ritmi del singolo fino allo "spazio pausa" dedicato ad attività non strutturate. Il modello architettonico nel quale si estrinseca - già sperimentato nel Nord Europa - è quello dell'open space. Riassumibile in "meno pareti e più cablaggio". E poi "aree connettive" invece di corridoi, spazi comuni, laboratori e soprattutto l'agorà: centro simbolico del nuovo mondo-scuola. Per entrare nel futuro la scuola italiana guarda a questi modelli. Tuttavia, l'introduzione finora in via sperimentale delle Ict nelle aule ha reso consapevoli che la sola innovazione tecnologica non basta se poi non si rimuovono le vecchie strutture che impediscono la fluidità dei processi comunicativi innescati dalla sinergia tra didattica delle competenze e digitale. Arriva allora al momento giusto la proposta strategica dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) che in uno recente studio ha presentato un piano-paese per una riqualificazione delle infrastrutture scolastiche in linea con le esperienze più innovative in campo internazionale inclusa la dimensione open space



In arrivo i banchi digitali open source e low cost 

Alessandro Longo 

Un computer low cost e open source I I integrato in un banco scolastico, V^y con uno schermo touch. È l'esperimento di scuola digitale in corso da un mese in un istituto professionale di Trapani e che sarà esteso in tre di Roma e in uno di Palermo. Progetto originale, perche finora sono statialtrigli strumenti tecnologici nelle classi italiane: lavagne elettroniche e tablet, soprattutto. 
«Abbiamo preso un Raspberry Pi dall'omonima fondazione, a 25 dollari, e l'abbiamo chiuso m un banco, su cui abbiamo montato una tastiera e uno schermo touch da 7 pollici, coperto da un plexiglass», dice Marco Neri, responsabile del progetto presso Almaviva, azienda di consulenza It e system integrator. «Basta sollevare il plexiglass per usare il banco m modalità digitale. Se no, e un normale banco», spiega. Il Raspberry Pi è un computer grande quanto una carta di credito, architettura Arm (quella degli smartphone), sistema Gnu/Linux. È un'idea nata nell'università di Cambridge proprio per digitalizzare ospedali, scuole. «Il sistema può collegarsi a un portale di servizi cloud: contenuti didattici, i file delle lezioni, ebook, l'applicazione per il registro: è già funzionante nell'istituto di Trapani». Costo totale, «120 euro per banco, ma solo perché ora è in uno stadio di prototipo. Sarà molto più economico, una volta prodotto in serie». Almaviva è in trattativa con vendor internazionali, per questo scopo e conta di vendere l'installazione alle scuole a partire dal prossimo anno scolastico. «Il progetto mi ricorda i banchi informatici sviluppati da Smart Technologies, negli Usa e in Svezia: ma quelli spiega Paolo Ferri, dell'università Milano Bicocca e membro della commissione Scuola 2.0 nominata dal Miur per diffondere tecnologie e modelli didattici. «Gli standard anglosassoni, che stiamo adottando in Italia in alcune scuole pioniere, mettono invece i tablet nelle mani di bambini e ragazzi, che possono portarseli a casa», spiega. Nelle primarie e nelle medie ci sono anche lavagne elettroniche, sostituite pero da videoproiettori interattivi nelle superiori. La grandezza dei tablet cambia con l'età dei ragazzi. «Nelle superiori tendiamo a usare notebook convertibili in tablet». Nelle scuole, viene installato anche un totem per la gestione amministrativa e delle presenze, il wifi e la connessione a internet. Sono una ventina le scuole italiane attrezzate in questo modo, «e l'obiettivo è averne altre due-tre per regione, per un costo di 20omila euro a scuola, compresa la formazione dei docenti», dice Ferri. 

MEETING DELLA SCUOLA DIGITALE MEETING DELLA SCUOLA DIGITALE Bergamo. Si svolgerà il 5 aprile a Bergamo il Primo meeting della scuola digitale vista dagli studenti La manifestazione, supportata da Samsung, prevede workshop e tavole rotonde, ed e stata voluta da una sene di promotori tra cui Centro Studi ImparaDigitale e la rete delle sue scuole http://studenti.imparadigitale.it/

LE DIVERSE FORME DELL'APPRENDIMENTO 

Danimarca. L'0restad Gymnasium di Copenhagen è all'interno di una smart city . Quattro piani piazza "verticale" e un'infrastruttura cloud per tutte le attività della scuola. Il sito della scuola: CLICCA QUI.

Svezia. La scuola Telephonplan utilizza l'edificio originale della carpenteria Ericsson dove si producevano i telefoni 11 segmento scolastico va dai 6 agli 11 anni La filosofia e scuola aperta senza pareti e senza classi grande open-space nella quale si realizzano tutti gli spazi e situazioni m cui insegnanti e studenti fanno lezione Ma c'è anche la "caverna" luogo personale e privato dove ciascuno può riflettere e leggere in silenzio Olanda. 

4het Gymnasium di Amsterdam è un civic center temporaneo e modulare Soluzione improntata alla sostenibilità e riusabilità nel difficile quartiere Outhavens.

Nessun commento:

Posta un commento